VENERDI' 5 MARZO 2021

 

PERCHE’: perché il concetto iniziale di “democrazia - governo, potere del popolo” negli anni è mutato, e ora sembra che soddisfi poco gli italiani?

 

RISPOSTA: la democrazia è nata nell’antica Grecia, circa 2.500 anni fa. Da allora la democrazia si è sempre più allontanata dal principio ispiratore, “governo – potere del popolo”, per diventare sempre più “governo – potere dei rappresentanti del popolo”.

Questo concetto poteva essere accettato nel passato, perché allora solo poche persone erano istruite e necessariamente il popolo doveva affidare l’incarico di rappresentarlo a chi sapeva proporsi meglio.

In tanti anni di storia è stato compreso, ora i mezzi d’informazione lo ripetono spesso, che alcuni di coloro che “sapevano proporsi meglio” in realtà erano e sono degli sprovveduti e indegni.

Tali comportamenti confermano quello che affermò Thomas Hobbes, filosofo del Seicento: “Homo homini lupus – l’uomo è un lupo per l’uomo”, che significa che tutti gli uomini possono diventare “lupus”, cioè negativi. Ricordiamo, purtroppo, che anche quelli positivi, che ci augureremmo fossero la maggioranza, potrebbero a loro volta diventare “lupus”, se sottoposti a pressioni economiche, o peggio, fisiche.

Con queste premesse il popolo, gli italiani direttamente interessati, per prudenza, dovrebbero prestare la massima attenzione alla gestione pubblica, perché le possibilità di scorrettezze potrebbero essere molte.

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MARTEDI' 9 MARZO 2021

 

PERCHE’: perché astenersi dall’andare a votare è una rinuncia che dovrebbe essere tenuta in altissima considerazione dalla classe politica?

 

RISPOSTA: ci sono grossi problemi che si manifestano durante le elezioni: elevato astensionismo, schede bianche e voto nullo, i quali denotano il malessere degli italiani verso l’intero sistema politico.

Il voto è la principale prerogativa che hanno i cittadini nella democrazia indiretta o rappresentativa; se una parte rilevante di cittadini rinuncia a tale diritto, la classe politica dovrebbe tenerne conto.

Se la rinuncia al voto entro una determinata percentuale di votanti può essere accettabile (malattie, lontananza dal luogo del voto, vecchiaia, …), non può essere accettabile in una “vera democrazia” una percentuale troppo elevata di non votanti.

Molte persone ritengono che “non andare a votare” possa costituire un segnale eloquente per manifestare il proprio malcontento ai politici e ai partiti. L’astensionismo elevato dovrebbe essere un messaggio molto chiaro. I politici e i partiti, dopo il voto, dichiarano pubblicamente che l’astensionismo è un problema che considereranno, ma in pratica non lo tengono in alcuna considerazione, perché a loro sono sufficienti i voti raccolti per spartirsi le poltrone. I non votanti sono gabbati, ma anche i votanti! Questa è la democrazia?

Nelle elezioni dovrebbe essere considerato che se non si raggiunge una percentuale di voti regolari di almeno l’80 % degli aventi diritto al voto (che vorrebbe dire che già il 20 % degli aventi diritto al voto, cioè una percentuale elevata, non ha assegnato il proprio voto), le votazioni dovrebbero essere nulle.

I partiti e l’intero sistema politico, per non arrivare a tale condizione estrema, dovrebbero adottare dei comportamenti tali da consentire ai cittadini di votare con fiducia.

Si potrebbe dire che in questo modo si giungerebbe all’ingovernabilità, perché ottenere percentuali elevate di votanti è quasi impossibile. Questo è un problema dei politici, se volessero assumersi la rappresentanza degli italiani, perché altrimenti non sarebbe la rappresentanza degli italiani, ma sarebbe solo la rappresentanza di una sua parte, probabilmente di una piccola parte degli italiani.

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VENERDI' 12 MARZO 2021

 

PERCHE’: perché molte persone criticano l’intera classe politica?

 

RISPOSTA: quando tra persone si parla “di politica”, la discussione si fa animata e la conclusione di solito è che la classe politica scontenta tutti.

Questo atteggiamento negativo non è una novità recente, ma negli ultimi anni è aumentato perché la situazione generale si è deteriorata e le persone, avendo raggiunto un livello d’istruzione più elevato rispetto al passato, si dimostrano consapevolmente più critiche.

Le persone criticano la classe politica. Le persone, però, forse per pigrizia, forse perché hanno altri impegni, forse perché ritengono che le soluzioni dei problemi siano in pratica impossibili, accettano passivamente le scelte della classe politica, facendo crescere sempre di più l’indignazione individuale.

Gli italiani oggi si chiedono: la democrazia è il potere - governo del popolo, ma è proprio il popolo che governa?

Poco prima delle elezioni i partiti escono dal letargo e assieme ai candidati riservano agli elettori le loro attenzioni. Ottenuto il voto, i partiti e gli eletti hanno la possibilità di decidere a loro discrezione, anche eventualmente contro l’interesse degli elettori, e gli elettori hanno poca influenza su tali decisioni (referendum popolari, …); quindi gli elettori sono costretti ad accettare e anche a subire le decisioni dei partiti e degli eletti.

Questa è la democrazia, cioè il potere - governo del popolo?

Il popolo, con il voto, rinuncia al potere diretto (cioè alla facoltà di decidere) e lo trasferisce a coloro ai quali affida gli incarichi (i partiti e i politici). I partiti e i politici perciò acquisiscono un potere molto elevato.

La democrazia così com’è concepita, non è il potere - governo del popolo, ma priva il popolo del potere diretto.

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