VENERDI' 30 OTTOBRE 2020

 

PERCHE’: perchè un telegiornale, per un aspetto, si comporta in un modo che potrebbe essere considerato poco corretto?

 

RISPOSTA: per motivi di orario vediamo ogni giorno uno specifico telegiornale, perciò quello che diremo non sappiamo se trova corrispondenza anche negli altri telegiornali pubblici e privati.

Abbiamo notato che chi è al Governo quasi sempre segnala le proprie considerazioni per primo, e chi è all’opposizione risponde criticandole sistematicamente per ultimo.

E’ noto che la mente umana ricorda principalmente l’ultima frase sentita.

Perciò chi risponde per ultimo risulta praticamente vincente, riuscendo a “far dimenticare” agli italiani le affermazioni precedentemente comunicate.

Per evitare le “furbizie” che impediscano agli italiani di ottenere il giusto equilibrio dell’informazione, sembrerebbe corretto che ci dovesse essere un “obbligo di rotazione giornaliera”, tra chi è al Governo e chi è all’opposizione, per esprimere le proprie opinioni per primo o per ultimo.

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MARTEDI' 2 NOVEMBRE 2020

 

PERCHE’: perché non adottiamo come metodo operativo la “regola del tre”?

 

RISPOSTA: se un fatto negativo (ad esempio un incidente automobilistico in un determinato incrocio) dovesse verificarsi una o due volte in un definito periodo di tempo (ad esempio un anno), potrebbe essere un fatto casuale. Se il fatto negativo dovesse verificarsi tre volte, non dovrebbe essere considerato un fatto casuale.

 

Se il fatto negativo dovesse verificarsi tre volte, chi ha la responsabilità di provvedere, dovrebbe essere obbligato ad intervenire per risolvere il problema, perché altrimenti, se il fatto dovesse ripetersi ancora, chi ha la responsabilità di provvedere dovrebbe risultare corresponsabile.

La “regola del tre” dovrebbe essere prevista in casi specificamente indicati (altri esempi: impedire l’eccesso di velocità in strade particolarmente pericolose, la ripetizione di determinati reati dovrebbe essere sanzionata in modo molto – molto più gravoso dell’ordinario, …).

 

Questa regola, divenuta legge, impedirebbe che determinati fatti negativi si ripetessero senza che venisse deciso alcun intervento risolutivo.

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VENERDI' 6 NOVEMBRE 2020

 

PERCHE’: perché quando viene chiesto agli italiani di donare degli euro per sostenere delle specifiche calamità, …, non si manifestano in modo trasparente i risultati delle donazioni, affinché chi fa tali “sacrifici” sia sicuro che i soldi vengano usati esclusivamente per il fine indicato?

 

RISPOSTA: l’esperienza c’insegna che la scorrettezza può nascondersi anche dietro un’azione meritevole.

Per evitare agli italiani il dubbio che le loro donazioni finiscano agli “scorretti”, e che perciò gli italiani possano essere distolti da tali comportamenti lodevoli, la soluzione potrebbe essere abbastanza semplice.

Normalmente le donazioni relative a una specifica calamità vengono versate su un determinato conto corrente.

Sarebbe sufficiente che in un sito pubblico:

  • per i versamenti sul conto, venisse inserito l’estratto conto ufficiale di tale conto, con l’aggiornamento quotidiano dei versamenti, piccoli e grandi (per i problemi di privacy: chi esegue il versamento e indica il proprio nome conferma che non pone problemi alla pubblicazione, invece chi non desidera che il proprio nome venga pubblicato può usare uno pseudonimo così pure quest’ultimo ha la possibilità di verificare che ci sia il suo versamento);
  • per i prelievi dal conto, la sola persona responsabile del conto, pubblicasse le destinazioni e le entità dei singoli prelievi.

In questo modo ci sarebbe trasparenza, e gli italiani potrebbero donare con tranquillità i loro “risparmi”.

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